
Angelo Carrillo, Saranno sempre piú bio e naturali i vini del futuro?
Il prologo della 26esima edizione del Merano Wine Festival è dedicato alle nuove tendenze del vino. Naturae ET purae, è il titolo dell’appuntamento che il 9 novembre porta nella città del Wine Festival esperti e interpreti del mondo del vino per un confronto in tema di vino tra sostenibilità, naturalità e purezza.
Il mondo del bio certificato è in fortissima ascesa come dimostrano le rilevazioni statistiche che AssoBio ha presentato illustrando i dati Nielsen sull’andamento delle vendite biologiche nella GDO che hanno mostrato un + 19,7% rispetto alla rilevazione 2016 e che fanno prevedere un futuro non lontanissimo in cui sistemi di coltivazione con limitati prodotti di sintesi diventeranno la norma. In crescita sono anche realtà produttive considerate per decenni di nicchia basate su metodi di produzione biodinamici, che spostano già da ora più avanti il confine di una agricola viticola non solo sostenibile ma in simbiosi con le attività umane. Un fenomeno quello dei vini da produzioni biodinamiche, che ha visto il Merano Wine Festival in un ruolo pionieristico, già nel 2006 con la prima edizione del salone Bio&Dynamica.
Nell’incontro di questa edizione si affrontano soprattutto i temi della ricerca, con i vini da vitigni Piwi – acronimo di pilzwiderstandfähig – ossia i vini derivanti dai nuovi geno- mi viticoli ottenuti da incroci di viti resistenti alle malattie fungine ma anche varietà autoimmunizzate attraverso atten- te selezioni genetiche come nel caso dei vini provenienti dalle più recenti sperimentazioni/ricerche di Cisgenetica. Si tratta di tendenze che cominciano a diventare di interesse sempre più diffuso di pari passo all’aumento della coscien- za ecologica che contraddistingue sempre più le nuove generazioni di consumatori. Una risposta a queste nuove sensibilità arriva proprio dalla ricerca, con i nuovi sviluppi che permettono di alleggerire il carico di sostanze chimiche di sintesi e non, impiegate nelle coltivazioni ma riducono anche il lavoro umano necessario a seguirne la pratica. In questa ampia parabola si inserisce prepotentemente il tema dei cosiddetti “Vini Naturali” che ne raccolgono e riassumo moltissimi aspetti amplificandone gli stimoli gustativi in una grande e intricata matassa di cui per ora si stenta a vedere il bandolo e crea grandi discussioni e spaccature». La conversazione a Merano non può prescindere dal ruolo delle associazioni di produttori naturali: sarà infatti occa- sione per ricordare il ruolo del primo disciplinare adottato dall’associazione VinNatur presieduta da Angiolino Maule, e il suo ruolo di interpretazione del fenomeno oltre che di inquadramento anche normativo per una “viticoltura pulita ma anche sana.
Ai Giardini Trautmannsdorf sono state chiamate a illustrare lo “stato dell’arte” alcune tra le maggiori autorità nei loro rispettivi ambiti per proporre risposte al quesito “Quo Vadis? Food & Wine, the future is natural?”: Attilio Scienza (Cisgenetica), Luca D’Attoma (vini bio e biodinamici), Franz Josef Loacker (vini biodinamici), Werner Morandell (Piwi), Angiolino Maule (vini naturali). Sul tema delle fermentazioni alimentari invece interverrà l’esperto Carlo Nesler. Al termine delle relazioni una sessione di domande in rapida successione tra loro con alcuni giornalisti e critici enogastronomici con la formula One Man One Question, ossia “una persona, una domanda”: ciascun relatore rivolge una domanda ad uno tra loro che dovrà rispondere e a sua volta può porre una ai partecipanti alla tavola rotonda.
Lo scopo è quello di avviare un dialogo fra le diverse anime del mondo dei nuovi vini e i giornalisti per tentare di costru- ire un linguaggio comune sia teorico che tecnico-sensoriale.